Se stai leggendo questo articolo ora ti chiedo di fermarti, chiudere gli occhi e respirare.

A questo punto ti chiedo di farti una semplice domanda: cosa ti manca in questo momento?

La risposta che darai a te stesso sarà collegata inevitabilmente ad un’emozione.

Quella emozione muove il tuo comportamento compulsivo verso il cibo.

Sai dare un nome all’emozione che prevale in questo momento?

Se la risposta è no, non preoccuparti: ti trovi nella condizione comune a chi ricorre a qualcosa di esterno per alleggerire, rimuovere o mettere a tacere un’esperienza emotiva.

Apprendiamo questo meccanismo in infanzia ed è per questo che spesso è molto difficile attuare una contro abitudine.

Se la tua risposta è sì, ti chiedo di sentire bene e fino in fondo l’emozione che vorresti ignorare e il messaggio che sta cercando di darti.

Ricordati che quel messaggio tornerà a farsi sentire fino a quando non deciderai di ascoltarlo.

Ora che sei consapevole di ciò che senti, hai ancora lo stesso bisogno impellente di mangiare?

Probabilmente l’intensità del tuo bisogno sarà diminuita e andrà di pari passo con l’accettazione di ciò che senti in questo momento.

Se c’è qualcosa che in questo momento non accetti, compreso il sentire certe emozioni, probabilmente stai cercando di scappare da te stesso.

Ma se decidi di fermarti ad ascoltare, giorno dopo giorno, ti accorgerai di aver sviluppato un maggior contatto con la parte più vera di te: è la parte che non segue il bisogno, ma la parte che accetta di mettersi in gioco, affrontando piccole grandi sfide, momento dopo momento.

Una volta che hai ascoltato nel tuo profondo, fai l’esatto opposto di quello che faresti: se ti senti solo e hai paura, se sei arrabbiato o ti senti in colpa, accetta questa condizione e aspetta prima di fare qualsiasi cosa, come ricorrere al cibo.

Respira, allunga questo tempo…giorno dopo giorno, sempre di più.

 

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