“La pelle è lo specchio dell’anima”. Si, proprio lei, la pelle!

Dagli studi effettuati dalla Biotipologia, la scienza che si occupa di classificare l’individuo in relazione ai parametri costituzionali, possiamo risalire alla derivazione embriogenetica di organi e apparati del nostro corpo.

Secondo la classificazione e gli studi di Marcel Martiny, medico e antropologo, nelle prime tre settimane di sviluppo embrionale, in seguito al processo di gastrulazione, si forma il disco germinativo trilaminare, costituito da ectoderma, mesoderma ed endoderma.

Ad ognuno di questi foglietti sono associati, per l’appunto, organi ed apparati del nostro corpo. Il foglietto ectodermico da origine alla pelle e agli annessi cutanei, nonché, all’epitelio sensoriale degli organi di senso.

Lo stesso foglietto embriogenetico da origine al Sistema Nervoso Centrale e periferico, all’Ipofisi, all’Epifisi e alla Midollare del Surrene.

L’Ipofisi viene definita anche come “ghiandola maestra”, in quanto produce ormoni che influenzano l’attività di altre ghiandole come tiroide, ghiandole surrenali e gonadi (ovaie e testicoli): essa garantisce il legame tra il cervello e il sistema endocrino.

L’Epifisi, nota anche come “ghiandola pineale”, è una ghiandola endocrina, responsabile della sintesi e della produzione di melatonina, che sappiamo essere l’ormone regolatore dei ritmi circadiani, in grado di influenzare il sistema immunitario, indurre il sonno e contribuire al nostro stato di benessere, per le sue proprietà antidepressive.

La Midollare del Surrene, è quella parte del nostro corpo che, in risposta a situazioni di stress, produce due neurotrasmettitori, quali Adrenalina e Noradrenalina che innescano processi come l’iperglicemia, la risposta del Sistema Nervoso Simpatico di “attacco o fuga” ed il rialzo dei livelli pressori.

Quando la nostra pelle inizia a “parlare” proviamo a metterci in ascolto di un messaggio più profondo che abbraccia la totalità del nostro organismo ed in primis cogliere gli input che ci arrivano dal Sistema Nervoso. In situazioni di forte stress, dominate da paura, rabbia, frustrazione, insofferenza e impazienza, tutto il nostro assetto neuroendocrino, vive una sorta di compressione: è come una bomba ad orologeria che si prepara ad esplodere.

La pelle, in questi casi, rappresenta spesso il bersaglio più prossimo, essendo essa, uno degli organi emuntori, deputata cioè al drenaggio e allo smaltimento delle tossine.

Iniziano così a manifestarsi prurito cutaneo, dermatiti ed eczemi ma anche escrescenze cutanee.

Tutte queste situazioni sono indicative di una condizione di stress e sovraccarico del Sistema Nervoso. Il prurito è collegato ad uno stato di intossinazione a carico del Fegato e la parte della pelle colpita dalla manifestazione cutanea, ci indica la strada da percorrere per tornare in una condizione di equilibrio.

A tal proposito è necessario lavorare dall’interno, attraverso delle piante medicinali, in grado di drenare i nostri organi emuntori ed utilizzare la pelle, come strumento di comunicazione “in – out”, attraverso l’applicazione di unguenti prodotti per esplicare un’azione drenante, lenitiva e detossinante.

Tutti questi effetti possono essere prodotti utilizzando delle sostanze in grado di svolgere una funzione che tenga conto dell’unicità dell’individuo e del suo vissuto personale.

I cambiamenti necessari da mettere in atto nella nostra vita si manifestano attraverso disordini e disequilibri e la pelle rappresenta una cartina tornasole della nostra condizione presente.

La formazione di escrescenze, quali ponfi ed irritazioni cutanee, ci suggeriscono la necessità di liberarci da tutte quelle situazioni che sentiamo come castranti e minacciose per la nostra libertà personale, tanto da provocarci un’infiammazione, quindi un’eccesso di calore, che necessita di essere espulso.

Il calore in eccesso va canalizzato e direzionato in qualcosa di funzionale a noi, che per ognuno, assume una consistenza ed un volto del tutto personale.

Quando la pelle si esprime, iniziamo a volgere lo sguardo all’interno, verso tutte quelle cose che non abbiamo avuto ancora il coraggio di guardare e che ci aiutano a tornare in contatto con ciò che siamo davvero.

La pelle riflette la modalità di comunicazione che abbiamo con noi stessi e con l’ambiente che ci circonda: tanto più ci sentiamo costretti e privati del nostro libero arbitrio, tanto più diamo forza a quella parte di noi che non sceglie, ma subisce eventi e relazioni, come qualcosa di limitante e controproducente.

Possiamo scegliere di dare voce a ciò che siamo in qualsiasi momento, basta rivolgersi all’interno di noi stessi, accogliendo ed ascoltando la nostra paura di essere ciò che siamo.

Dall’esperienza personale e dall’analisi di questi ed altri parametri ho iniziato da tempo ad auto produrre preparati “ad personam”, basandomi sui principi della connessione dell’uomo con la natura che lo circonda e lavorando sul ripristino di un profonda connessione interna.

“Un uomo adirato non è adirato solo nella sua testa o nei suoi pugni, ma dappertutto; una persona che ama non ama solo con l’occhio, ma con tutto il suo essere; in breve, tutti gli organi del corpo, e il corpo stesso, sono solo forme-manifestazioni di stati mentali” Paracelso

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